Contro le mafie -Gesuiti e ReggioNonTace a fianco di De Masi e di chi lotta contro le mafie chiedono che lo Stato intervenga a sostegno degli imprenditori che si oppongono ai sistemi malavitosi
Comunicato Stampa
Antonino De Masi e la sua famiglia fanno impresa da 60 anni, in una delle aree più calde e pericolose d’Italia: la Piana di Gioia Tauro. Ma De Masi è anche sinonimo della prima azienda in Italia che, oltre 25 anni fa, per protestare contro l’aggressione criminale ha chiuso le fabbriche, portando il fenomeno all’attenzione dei media. Lo hanno fatto, in passato, sempre denunciando ogni forma di aggressione subita dalla ‘ndrangheta; una resistenza, che dura da oltre 40 anni, periodo storico nel quale le Istituzioni e la Società Civile, oggi sensibili al problema, spesso e volentieri si giravano dall’altra parte, o convivevano con l’antistato.
Oggi, dopo l’ultimo grave attacco intimidatorio del 12 aprile scorso, che aveva suscitato la solidarietà di molti, fra cui la rete della attività sociali dei Gesuiti in Italia, Jesuit Social Network, e il movimento cittadino di ReggioNonTace (https://www.jsn.it/a-fianco-di-de-masi-e-di-chi-lotta-contro-la-ndrangheta/) Antonio De Masi si è trovato ad annunciare nuovamente la chiusura della sua azienda non perché sconfitto dalla mafia, ma dallo stesso Stato che tanto sta facendo, con l’impegno di magistrati e forze dell’ordine contro le mafie.
«un pezzo dello Stato è riuscito laddove non è riuscita la criminalità. Il 20 di giugno scorso – si legge nelle missiva inviata ai sindacati e alle istituzioni – il Tar di Reggio Calabria si è pronunciato, per la 14/ma volta, in merito alla concessione del mutuo antiusura che doveva esserci erogato entro pochi mesi dalla domanda, presentata nel 2006, così come previsto dalla legge la cui finalità è quella di tutelare le vittime di usura dando compiuta attuazione, come affermato dalla predetta sentenza, “a quei valori di solidarietà e di tutela che discendono dai principi generali dell’art. 2 e 3 della Costituzione di cui la legge 108/1996 va considerata direttamente esecutiva”. La sentenza come tutte le altre in precedenza, ci riconosce il diritto ad avere il mutuo. La presente lettera, indirizzata in primis alle Organizzazioni sindacali e per conoscenza a tutte le Istituzioni, è l’amaro annuncio che il 10 luglio avvieremo le procedure di chiusura dello stabilimento di Gioia Tauro con i relativi licenziamenti di tutto il personale».
Grazie al tempestivo interessamento del Prefetto di Reggio Calabria la chiusura è stata rinviata, in attesa che le Istituzioni diano una risposta.
Molti gli sforzi e i successi dello Stato nella lotta alle mafie, determinante il ruolo di imprenditori che con coraggio hanno denunciato e della società civile che ha preso posizione con forza, riscattando interi territori. Ma il caso di De Masi, a cui rinnoviamo la nostra solidarietà, richiede di compiere quell’ultimo miglio fondamentale per vincere questa battaglia. Magistratura e società civile possono giocare un ruolo fondamentale, ma garantire gli strumenti per continuare la propria attività, nonostante il clima di intimidazione e di solitudine in cui è costretto a vivere chi si ribella ai sistemi mafiosi è un tassello imprescindibile per questa lotta, comune a molti imprenditori rimasti soli e senza finanziamenti. È in gioco il concetto stesso di giustizia a cui uno Stato forte non può non dare risposte adeguate.
Come rete di realtà sociali della Compagnia, insieme alla Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù e a ReggioNonTace rivolgiamo con forza un appello alle Istituzioni perché venga trovata al più presto non solo una soluzione al caso De Masi ma vengano trovati e assicurati adeguati strumenti e risorse in grado di assicurare la sopravvivenza di tutti gli imprenditori, piccoli e grandi che hanno il coraggio di ribellarsi alle mafie. Liberare il tessuto imprenditoriale dalle mafie è la prima arma per togliere risorse e colpire al cuore il sistema mafioso.
Jesuit Social Network Italia Onlus – www.jsn.it
ReggioNonTace – www.reggionontace.it
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