Una testimonianza su come accompagnare i minori dall’Associazione Popilia di Cosenza:

<Era il 9 marzo 2020, quando il primo DPCM Covid19 ci ha lasciati sospesi… sospesa la scuola, sospese le celebrazioni eucaristiche, sospese le attività commerciali, sospesi gli abbracci… Da quel giorno abbiamo dovuto sospendere anche tutte le attività dell’Associazione.

A maggio, quando è stata data la possibilità di riprendere i contatti, alcuni ragazzi ci chiedevano del campo estivo e anche in noi c’era la voglia di farlo, ma dovevamo attendere le direttive del governo. Nonostante l’incertezza, alcuni di noi volontari maturavamo l’idea di salire comunque in Sila, a Quaresima di Aprigliano, anche senza ragazzi, come segno di continuità di vita, per fedeltà alla scelta, per riflettere sull’esperienza a partire dalla pandemia e vivere momenti di preghiera.

La possibilità di fare i campi estivi ci ha colti disponibili, senza preoccupazione dell’organizzazione. Qualche giorno prima di partire abbiamo avuto l’intuizione di non far riferimento alla struttura del campo degli anni passati, ma ci siamo dati come priorità di vivere questo tempo con leggerezza, permettendo sia a noi che ai ragazzi di non farci condizionare da un ritmo frenetico di organizzazione. Per noi il Campo ha coinciso con l’inizio di un percorso di cambiamento, di conversione.

La novità dell’esperienza di questo campo è stata il pensare insieme ai ragazzi come viverlo, concordando i vari momenti della giornata (sveglia, momenti comuni, giochi) e lasciando a loro l’iniziativa e la responsabilità di vivere spazi di interesse (l’angolo della lettura, l’angolo dei giochi, l’angolo dell’astronomia, l’angolo della natura…) con un momento conclusivo di restituzione a fine giornata.

Cosa abbiamo osservato e imparato? Ci siamo percepiti non come adulti da cui dipendeva tutta l’organizzazione e tutta la responsabilità, quindi controllori e giudici delle azioni dei ragazzi per richiamarli al raggiungimento degli obiettivi, ma come adulti interessati ad entrare in relazione con i ragazzi per condividere con loro interessi, gioco, momenti di ozio. Abbiamo avuto del tempo per noi per respirare… riflettere… passeggiare. Ci siamo dati la possibilità di non riempire spazi vuoti ma semplicemente abitarli insieme>.


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