Ha oltrepassato varie epoche storiche il Centro La Famiglia Onlus di via San Sebastiano, nel cuore di Napoli, nato nel 1962 da un’interessante intuizione del gesuita Domenico Correra che ancora vi opera come psicoterapeuta, è di fatto il primo consultorio nel Sud Italia. Fa parte sin dall’inizio della rete JSN. E’ un luogo di accoglienza e sostegno alla famiglia “nella sua formazione, sviluppo e conservazione”, secondo un approccio sistemico che riconosce cioè il nucleo familiare come un elemento dinamico al suo interno e all’interno della comunità, e come tale sensibile alle trasformazioni del tessuto sociale.
«La nascita della nostra organizzazione – racconta padre Correra – si è ispirata ad un’esperienza milanese di dieci anni prima che offriva sostegno alle famiglie appena uscite dalla guerra, persone povere e in condizioni di grande disagio da vari punti di vista».
Ci si rende conto che il solo ascolto non è sufficiente ma c’è bisogno di consulenze mirate e professionalizzate. Di qui grazie agli studi di psicologia con approccio rogersiano, si struttura un luogo in pieno centro città, che offre ad oggi un ventaglio di servizi: dalla consulenza e mediazione familiare, al sostegno psicologico individuale, di coppia e allargato alla rete parentale, a consulenze pediatriche, ginecologiche e sessuologiche, fino alla formazione degli operatori e al percorso di adozione internazionale.
Negli anni sessanta le problematiche di cui il Centro si è occupato erano relative in buona parte a problemi sessuali, regolamentazione delle nascite, madri nubili. Ci si adoperava per sostenere queste donne evitando che potessero percorrere strade poco utili per se stesse e i loro figli. Poi è arrivato il post sessantotto, rivoluzione sessuale e femminismo, con il crollo della classica suddivisione dei ruoli nella coppia, e si è aperta una nuova epoca per la famiglia, dinanzi alla quale il Centro ha anticipato quella che sarebbe stata l’istituzione dei consultori familiari (ex legge 405/75).
«Dal nostro osservatorio – analizza il suo fondatore – i problemi dell’epoca attuale sono relativi non solo alla coppia, ma anche molto all’educazione dei figli e alle famiglie allargate, che non sanno come gestire la complessità dei vari sistemi interconnessi. E poi c’è un vuoto esistenziale: ci sono molte ragazze e ragazzi giovani che sono accompagnati qui perché non hanno un buon contatto con se stessi».
Il male di questo secolo, in poche parole, è soprattutto la difficoltà relazionale, la non comunicazione tra le persone e con sé, la distrazione dalla realtà.
A chiedere aiuto oggi non sono solo le donne, generalmente più sensibili, ma anche uomini, altro segno di cambiamento epocale; utenza non solo cittadina ma proveniente anche dalla periferia di Napoli, accolta senza nessuna barriera ideologica o religiosa perché il consultorio è da sempre un luogo aperto. Chi chiede aiuto non si trova davanti alcun tariffario. L’opera sin dall’inizio è stata fondata e portata avanti pensando a chi non può permettersi di pagare un onorario di professionisti che, per questo, offrono gratuitamente alla struttura il loro tempo e la loro dedizione.
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