La pandemia ha profondamente cambiato il nostro modo di vivere, ha dato una battuta di arresto alle nostre attività e ci ha imposto di fermarci. Tutto questo ha inevitabilmente toccato anche il lavoro al Centro Astalli Palermo. All’inizio del lockdown, il Centro è rimasto chiuso per un breve periodo. Ma se da un lato c’erano le porte chiuse, dall’altro volontari e operatori si interrogavano sul da farsi per rispondere alle condizioni di estrema vulnerabilità che colpivano le persone che seguiamo ogni giorno.
Da qui è nata l’idea di avviare una distribuzione alimentare per aiutare singoli e nuclei familiari. Contemporaneamente il Centro Astalli ha lavorato per garantire l’accesso delle persone assistite alle forme di aiuto messe in campo dal Governo centrale e dai comuni, garantendo così l’accesso a un diritto. Dopo la fine del lockdown il Centro ha piano piano cominciato a riprendere le sue attività, servizio dopo servizio. Allo stato attuale abbiamo riattivato quasi tutti i servizi che erano presenti prima della pandemia con particolare attenzione alle norme di sicurezza ma l’importante è aver ricominciato sempre nello spirito di accompagnare, servire e difendere chi ci chiede rifugio. Nei nostri progetti futuri c’è la speranza di poter attivare anche il resto dei servizi, andare avanti con i progetti che ci permettono di implementare azioni specifiche grazie alla collaborazione di professionisti e accogliere i giovani volontari del servizio civile.
Da questa esperienza abbiamo imparato quanto l’unione, la condivisione, l’ascolto, fare comunità siano importanti nel lavoro di cura e per far fronte a difficoltà che sembrano più grandi delle nostre forze. E proprio da questo senso di comunità, questo fare comune contrapposto all’individualità e all’interesse del singolo, che vogliamo ripartire.
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