Gesuiti
Jesuit Social Network
Rete delle attività sociali promosse dalla Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
JSN Cultura e Formazione Servizio è relazione

Servizio è relazione

“Vent’anni a Genova mi hanno insegnato ad essere amico delle persone di strada, a chiamarle per nome, la povertà è il luogo di lettura del mondo reale ed è la più grande opportunità di cambiamento. Anche qui a Villa S. Ignazio le persone in difficoltà sono il cuore della casa, il motore del nostro agire e del nostro pensare”.” così si è presentato alla stampa locale padre Alberto Remondini, presidente del Jesuit Social Network, che da qualche mese è venuto a vivere a Villa S. Ignazio dove si è trovato subito a casa: “anche qui le persone in difficoltà sono il cuore pulsante della casa, sono il motore del nostro agire e del nostro pensare”. Padre Alberto porterà a Trento la sua esperienza ventennale presso la Fondazione San Marcellino, che accoglie le persone senza dimora a Genova. La Compagnia di Gesù lo ha destinato a Trento anche come nuovo superiore della comunità dei gesuiti continuando l’opera di padre Livio che 50 anni fa ebbe la grande intuizione di mettere in moto i laici, nello stile dei gesuiti: partire dal disagio, dalla sofferenza, dall’inguistizia per una riflessione profonda, per dare risposte che non sono solo servizi ma relazioni.

Padre Alberto Remondini si è presentato alla comunità trentina in un incontro con la stampa locale tenutosi questa mattina a Villa S. Ignazio. Il gesuita genovese, presidente della Fondazione S. Ignazio dal 2000 ed ora nuovo superiore della Comunità dei Gesuiti a Trento, ha voluto sottolineare come il suo arrivo non sia una sostituzione ma un’aggiunta all’interno dei padri gesuiti di Villa S. Ignazio, che passano da tra a quattro: “per la Compagnia di Gesù l’opera di Trento rappresenta una priorità, grazie al lavoro di padre Livio Passalacqua oggi siamo presenti nella società trentina più di quanto non lo fossimo quando eravamo in tanti, e ciò grazie alla collaborazione con i laici, vogliamo consolidare quest’esperienza e legarla all’attività sociale dei gesuiti a livello nazionale all’interno del Jesuit Social Netork, una rete di 40 enti che operano accanto al disagio traendone sempre una riflessione più profonda, a partire dalla relazione con le persone che vivono nella sofferenza, questo è il nostro stile ”.

Una prospettiva che sembra in controtendenza rispetto alla progressiva riduzione di risorse investite dallo Stato nelle politiche sociali, una rivendicazione che il Jesuit Social Network  sta portando avanti anche attraverso ricerche specifiche recentemente pubblicate in un libro “Diritti in costruzione” pubblicato da Bruno Mondatori, che verrà prossimamente presentato anche a Trento: “l’investimento nel sociale è un investimento nei diritti fondamentali: i tagli alla spesa sociale sono ancor più inquietanti perché non solamente rappresentano il venir meno di un servizio ma la progressiva impossibilità da parte di fasce della popolazione di poter esercitare dei diritti: se chiude la mensa della parrocchia chiude un servizio ma se lo Stato taglia sull’assistenza ai malati viene meno un diritto del cittadino”.

Una situazione che può verificarsi anche “nel ricchissimo Trentino dove sappiamo per certo, per esempio, che una persona accolta qui, malata di Tbc, appena uscita da qui non avrà altro posto dove andare se non un dormitorio nel quale può stare solamente di notte” ha detto padre Alberto “il Trentino è, per me che vengo da altre esperienza, un paese dei balocchi, dove c’è un altissimo livello di partecipazione e di voglia di fare insieme, c’è una sensibilità incredibile sui temi dell’ecologia, della solidarietà, però il rischio che io colgo è un eccesso di settorializzazione dei servizi, un sistema che finisce per nascondere la povertà, la marginalità, il bisogno, che fornisce risposte, magari anche molto efficaci, senza che i problemi tocchino la consapevolezza della gente. Cancellare dagli occhi queste cose è cancellarle dal cuore: instaurare relazioni con le persone sofferenti, renderle protagoniste è la via giusta per il cambiamento, per costruire una società che misura le cose dal basso e non dall’alto”.

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