Un estate a… Scampia!
Domenica 8 settembre si è conclusa l’intensa estate di ospitalità a Scampia. Molte sono le comunità e le agenzie educative sul territorio che hanno aperto le porte a giovani ed adulti provenienti da varie parti d’Italia. Le soluzioni alloggiative erano diverse: su stuoini e materassini al Centro Hurtado e al Centro Caritas, in camerate a Casa Arcobaleno, in camerette a Regina mundi, in tenda all’Arci Scampia, qualcuno in case private. Noi abbiamo seguito 15 gruppi di cui 12 alloggiati al Centro Hurtado; inoltre una dozzina di amici arrivati singolarmente o in coppia per un totale di 178 giovani ed accompagnatori adulti. Sommando gli altri gruppi passati in quartiere si sono superate le 300 unità.
Negli anni la logistica è migliorata rimanendo su standard di semplicità: quest’anno abbiamo pavimentato l’area di servizio del Centro Hurtado il che ha permesso agli ospiti di ritrovarsi e di far da mangiare senza la fastidiosa polvere. Ma la crescita più rilevante un po’ per tutti è stata sulla parte esperienziale e sulla consapevolezza della valenza formativa di questa esperienza: sono cresciuti i giovani che hanno passato una settimana a Scampia, le loro famiglie che hanno sfatato false preoccupazioni e li hanno trovati cresciuti al rientro, i bambini dei parchi e dei lotti che hanno socializzato al posto di passare un’estate nell’apatia, i nostri educatori che si sono confrontati con esperienze diverse.
Preziosa la presenza di alcuni amici più esperti: due gesuiti in formazione, un seminarista, sette componenti del nostro gruppo scout ed altrettanti giovani “ritornati” da gruppi venuti in precedenza. Tra le persone arrivate singolarmente segnaliamo tre ragazze che stanno facendo una tesi universitaria su Scampia: l’inserimento in un gruppo ha permesso loro di visitare i caseggiati senza il timore che prova chi non si sente a casa propria. Una volta fatta amicizia con la gente, le studentesse hanno potuto intervistare direttamente famiglie e gente del luogo.
Ormai consolidata la collaborazione con la Caritas di Pavia, alla terza esperienza a Scampia. Quest’anno il gruppo era composto da veterani e da giovani alla prima esperienza. Alcuni si sono impressionati quando il gruppetto di ragazzi che abitano intorno a Casa Arcobaleno li ha accolti con lancio di sassi. Dopo un primo momento di sconcerto in cui avevano deciso di andarsene o di cambiare alloggio passando alla fortezza recintata della Rettoria dove gli indesiderati non riescono ad accedere, con nostra grande soddisfazione il gruppo ha fatto discernimento ed ha deciso di restare dov’era. Infatti gli ospiti hanno capito che per quei ragazzini i sassi erano semplicemente un mezzo di comunicazione più antico dei tweet, un bisogno di amicizia reale quanto scomposto, un appello accorato detto nella lingua di chi non te le manda a dire.
I gruppi presentano alcune caratteristiche comuni ed alcune peculiarità che noi dobbiamo essere pronti a valorizzare. Qualcuno ha lavorato per mesi alla preparazione dell’esperienza estiva ed è riuscito a proporre ai bambini un’animazione di qualità e ad assimilare con interesse le proposte formative a lui dirette. Per chi viene per la prima volta con la testa piena di luoghi comuni su Scampia si propone una settimana “standard” composta di visita iniziale al quartiere, conoscenza dei bambini e delle famiglie, animazione ed incontri formativi, gita finale al mare, in montagna o in città. Importante il momento di spiritualità in villa comunale. Una sera al calar del sole si incontrano tutti i gruppi presenti sul territorio in quella settimana, i quali a loro volta invitano le famiglie dei bambini e le persone presenti in villa per altri motivi. Ognuno è invitati a partecipare attivamente con un canto, una dinamica, una testimonianza, una preghiera.
Molti sono i modi per migliorare il servizio negli anni prossimi. Questo sarà oggetto della verifica prossima ventura. Conclusa l’ospitalità estiva inizia quella invernale, molto meno impegnativa ma lo stesso significativa, caratterizzata da “bivacchi” scout nei fine settimana e dalla partecipazione al carnevale di quartiere che è diventato anche un’ottima occasione per ritrovarsi.
Sergio Sala sj
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