In sostegno delle persone in difficoltà
La Federazione “Jesuit Social Network-Italia Onlus” (JSN) vuole raccogliere e rafforzare le attività che la Compagnia, in stretta collaborazione con gruppi di laici, conduce a diretto sostegno di persone in difficoltà.
Il JSN è costituito da associazioni, cooperative, fondazioni, centri studi, gruppi informali che ne condividono le finalità e le modalità.
Dare voce ai “senza voce”
Attingendo alla spiritualità di sant’Ignazio di Loyola e inserendosi nel cammino che la Compagnia di Gesù ha fatto a partire dal Concilio Vaticano II (1963-65), dal 2004 il JSN-Italia raccoglie una sfida importante: dare maggior peso all’impegno di far ascoltare la voce di coloro con cui camminano le associazioni, i centri di formazione e di ascolto, i gruppi e le cooperative aderenti.
L’interazione fra questi due ambiti, quello culturale e della ricerca e quello del lavoro diretto con le persone, consente una vitalità e una ricchezza che alimenta percorsi e soluzioni nuove in contesti sempre più complessi e di frontiera.
La solidarietà con i poveri
come impegno politico
La promozione della dignità della persona povera trova la sua piena efficacia quando si realizza come bene comune, cioè quando ricerca soluzioni ai disagi dei più svantaggiati che siano strutturate e a carattere universale, fino a tradursi anche in provvedimenti legislativi. In questo caso troviamo:
- da una parte, le molteplici azioni di solidarietà devono porsi come critica delle “strutture di peccato”, cioè di quei modi di convivenza civile che legittimano l’emarginazione, la discriminazione e lo sfruttamento del povero e del diverso
- dall’altra, la solidarietà con la persona povera deve condurre all’elaborazione di progetti alternativi di strutturazione dei rapporti sociali, che possano essere recepiti nelle legislazioni vigenti e che mirino alla trasformazione delle relazioni sociali istituzionalizzate, per orientarle sempre più nel senso della giustizia e della solidarietà.
Più in particolare, impegnarsi per l’affermazione e la promozione dei diritti dei “senza voce” comporta l’impegno a rendere più ampi gli spazi di una partecipazione diretta dei poveri alle decisioni sociali, politiche ed economiche di tutta la collettività e, in tal modo, a restringere sempre più le zone di emarginazione.